mercoledì 3 dicembre 2014

Il m° FABRIZIO CALLAI dirige la Messa di Antonio Salieri (Hofkapellmeistermesse) in Basilica di s. Maria Assunta in Carignano ( Prima assoluta per GENOVA)

Il tradizionale Concerto di Natale dell’Associazione culturale “Voci di due Paesi” si terrà presso la Basilica di S.M. Assunta in Carignano, sabato 13 dicembre 2014 alle ore 21.

Il Maestro Fabrizio Callai dirigerà il coro Voci di due Paesi e l’Orchestra della Cappella Musicale Sauliana in un evento dedicato a un grande musicista italiano troppo spesso e ingiustamente dimenticato.

Si propone al pubblico genovese, per la prima volta, la “Hofkapellmeister-Messe” in Re maggiore N.1 di Antonio Salieri per soli, coro e orchestra. Questa Messa fu scritta dal compositore di Legnago per celebrare la sua nomina a Maestro di Cappella della corte imperiale di Vienna. Il lavoro, di imponente respiro, si sviluppa, come tradizione, nelle classiche parti fisse: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus-Benedictus, Agnus Dei.

 È da rimarcare l’ottima qualità stilistica che contraddistingue questa Messa e che non la fa davvero sfigurare di fronte alle coeve Messe di Mozart. Lo stile, però, è più cantabile, più “italiano”. I solisti e il coro si alternano in modo antifonico, sostenuti da un’orchestra con una strumentazione sempre brillante.


Il programma prevede anche un altro brano di Salieri, il “Concertino per Flauto e Orchestra d’Archi” e l’esecuzione di alcuni canti della tradizione natalizia italiana e tedesca.

Il Concerto è fissato per il giorno Sabato 13 Dicembre alle h. 21 alla Basilica di S. M. Assunta in Carignano e se ne darà una replica Lunedi 15 sempre alle h. 21 presso la Basilica di S. Stefano a Lavagna.
Entrambi i concerti sono ad ingresso libero.



Gli esecutori di queste  composizioni sono :

Coro dell'Associazione culturale "Voci di Due Paesi" della Scuola Germanica di Genova (circa 50 elementi)
Orchestra della Cappella Sauliana di Genova ( circa30 elementi)

Solisti:
Luisa Sartorelli, Soprano
Sharon Menini, Contralto
Massimo Ferri, Tenori
Paolo Marchini, Basso

Thomas Traspedini, Flauto traverso

Fabrizio Callai, Direttore


SalièriAntonio. - Musicista (Legnago 1750 - Vienna 1825). Studiò a Venezia (con G. B. Pescetti e F. Pacini) e a Vienna (con F. L. Gassmann), dove rimase per tutta la vita ricoprendo le maggiori cariche musicali a corte e presso i teatri. Ebbe allievi poi celebri, quali L. van Beethoven, F. Schubert e F. Liszt. Nel 1821 fu colpito da una grave malattia mentale che lo costrinse ad abbandonare la sua attività. Compose oltre quaranta opere teatrali, cinque Messe, un Requiem, tre Te Deum, mottetti, salmi e altra musica sacra, cantate, oratorî, molta musica vocale da camera, sinfonie, musica da camera, ecc., in un'arte caratterizzata da una ricca strumentazione, non molto originale nel carattere, ma sempre decorosa, chiara e discorsiva, che nelle migliori manifestazioni (la tragédie-lirique Les DanaïdesParigi 1784 e La grotta di Trofonio, Vienna 1785) raggiunge efficacia teatrale. La voce (diffusasi nel sec. 19º) secondo la quale S. avrebbe causato la morte di Mozart avvelenandolo è priva di qualsiasi fondamento












domenica 30 novembre 2014

La sublimazione della bellezza artistica nell' essere umano (pittrice AGNESE)

Quando, emergendo dall' acqua azzurra del golfo del Tigullio, volgo lo sguardo al Grande Albergo, immagino (come una volta lessi, non ricordo più dove...) che Richard Wagner, riposando là, una notte, sognò il preludio dell' Oro del Reno...e così nacque l' Anello del Nibelungo

Ieri, all' interno di tale hotel, durante una esposizione di prodotti artistici in Sestri Levante,ebbi l' occasione di incontrare una giovane pittrice che, con grande dedizione, riproduceva la "Baia del Silenzio" in tutta la sua bellezza ed incanto poetico...

Osservando alcuni suoi dipinti, rimasi attratto da una bellissima figura muliebre, ispirata all' art nouveau di Mucha con colori timbrici mahleriani e capelli al vento che, suonando un violino, ricordava Paganini

In quelle cromatiche particolari, ho potuto assaporare il percorso vitale di questa giovane artista, rimanendo affascinato da alcune splendide pitture che erano l' espressione creativa del suo carattere estroverso e versatile

Questa brava pittrice, si chiama Alice, e, mi induce a pensare, che in ogni suo dipinto scriva un piccolo libro, un episodio della sua sensibile esistenza, quasi per voler dare un messaggio di spontaneità al mondo intero...




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Visualizzazione di fiaba.jpg

 Qui sopra due dipinti dell' artista Alice Bertola,  (tel. 3275769674)









mercoledì 12 novembre 2014

11 novembre 2014 Omaggio a Paolo Giorza nel 182 ° compleanno con il piano di Harry Völker : Olympia valse

Ieri, 11 novembre 2014, il pianista olandese Harry Völker , suonando in youtube, per primo al mondo, il valzer Olympia , ha celebrato il 182 ° compleanno del compositore milanese Paolo Giorza

Questo valente musicista che attualmente riposa nel cimitero di Seattle, va ricordato perchè fu l' animatore principale nell' arte delle 7 note all' Esposizione internazionale di Sydney nel 1879 - 80, in Australia, dove visse per circa 11 anni


Carlo Lamberti


dalla collezione spartiti Carlo Lamberti









domenica 19 ottobre 2014

Il ritrovamento e la riscoperta di Lorna Windsor

L' altro ieri,, ho ritrovato l' autografo che, la bravissima cantante Lorna Windsor, mi dedicò circa 20 anni fa

Per l'esattezza era il 3 dicembre 1994 ed eravamo nella sala Verdi del conservatorio di Parma ed ebbi la fortuna di sentirla cantare in maniera incantevole, accompagnata dal pianista Roberto Guglielmo

Così, sono andato a cercare qualche sua recente esibizione in You tube e sono rimasto affascinato dal pezzo Alabama Song



Carlo Lamberti





sabato 4 ottobre 2014

" Filastrocca dell' amore " : Capolavoro della poetessa Maria Cristina Fiaschi (concatenazione di anelli olimpici)

Dal libro di poesie di Maria Cristina Fiaschi, da me fortunatamente posseduto,  "Cosa sanno le stelle",  ho ritenuto rammentare questo gioiellino poetico intitolato "Filastrocca dell' amore", la cui perfezione pare evidente, quasi miracolosa, elevando l' autrice a vera interprete di un  sentimento così importante

Sarebbe curioso ed interessante conoscere a quale figura ideale si è ispirata la poetessa sopracitata che, a giudicare dal capolavoro ( a parer mio ) di questa poesia in una versione ad anelli olimpici quasi perfetti, ci fa comprendere la bellezza suprema dell' amore, ossia della passione più bella dell' esistenza

Carlo Lamberti








lunedì 18 agosto 2014

Serata 16 agosto 2014, Rapallo, Basilica SS Gervasio e Protasio ( un capolavoro : RHEINBERGER, conc. organ orch ) Respighi, Tchaikowsky (Carlo Lamberti)

Serata capolavoro, una grande riscoperta: J.G.Rheinberger
Una gioia, sentire il concerto per organo e orchestra  op 177,  di questo compositore di Vaduz, Liechtenstein (1839 - 1901)

Una orchestra favolosa ( piccola, ma grande, 2 corni che facevano per quattro ecc. ) 

Una audizione con  grande risalto, rievocando una perla di Respighi : suite op 58 col direttore bulgaro Tchiftchian

Splendida esecuzione della serenata per archi op 48

gioia immensa !!!

Quel direttore d' orchestra e l' organista Mammarella ci hanno reso felici in questa serata indimenticabile ...

Carlo Lamberti








Serata Mozartiana a Moneglia (12 agosto 2014) : Exultate, Jubilate e Requiem ( dir. F.Ghiglione) di Carlo Lamberti

Bellissima serata mozartiana a Moneglia con la partecipazione del Collegium vocale Monilia e dei solisti, Di Vita (sopr.),Valdenassi (mezzosopr.), Lerner (ten.),Kozlowski (bs)

Orchesra Sinfonica Pro Arte, direttore :

Fabrizio Ghiglione

Molto pubblico, orchestra misuratamente precisa, brava la soprano, preponderante sugli altri solisti

Carlo Lamberti




sabato 9 agosto 2014

SESTRI LEVANTE : FESIVAL MUSICA DA CAMERA . 8 AGOSTO ( E. BRUNI, pf - L. GRASSI, sopr.) CARLO LAMBERTI

Un duo d' eccezione, ieri sera, al convento dell' Annunziata a Sestri Levante :

Edoardo Bruni al pianoforte e Letizia Grassi in qualità di soprano

La bravura ed un po' di modernità alla tastiera del pianista Edoardo Bruni, con stacchi perfetti e qualche accordo forte ed espressivo in Puccini
(Turandot) accompagnava la voce potentissima del soprano ( che, presumo, potrebbe anche fare il contralto ) hanno allietato la serata

La romanza dall' Anna Bolena di Donizetti e " Tacea la notte placida" da "Il Trovatore" verdiano, hanno messo in evidenza la grandiosa passione e forte interpretazione del soprano Letizia Grassi

Con Poulenc, dal Dialogo delle Carmelitane e, con i due incantevoli pezzi pucciniani ( incluso il bis dalla Bohème"), non dimenticando la forza vocale dal " Don Giovanni" mozartiano, la serata è risultata un capolavoro di eccellenza

Il Bruni ha dimostrato anche la sua capacità compositiva nell' interpretazione di 7 variazioni su testi tratti dalla poetica di P.Sovilla ( Il mare secondo Penelope)

La bravura pianistica di Edoardo Bruni, si era notata anche nel "moderno" preludio op 45 di Chopin per poi mostrarsi in tutta la sua espressione nella Fantasia- improvviso op 66 dello stesso compositore polacco



Carlo Lamberti










domenica 27 luglio 2014

XVI Festival organistico internazionale : Basilica S: Stefano Lavgna ; organista Ludger Lohmann - 25 luglio 2014 (Carlo Lamberti)

Piacevolissima serata in Lavagna, basilica di Santo Stefano, con un organista eccezionale : Ludger Lohmann

Preceduto da un concerto di campane, il concerto all' organo del grande professionista Ludger Lohmann, ha riscosso un sincero applauso  di pubblico, unendo la bellezza artistica della Basilica alla bravura di tale organista

Serata storica !

Carlo Lamberti
















giovedì 17 luglio 2014

Serata Italo - Macedone a Villa Durazzo : Sette canti di luce e polvere (musica di Angelo Inglese) (15 luglio 2014) Prima assoluta

Nessuno dei presenti, quella sera, a Villa Durazzo in Santa Margherita Ligure, potrà mai dimenticare l' incantevole bellezza di tale musica in tale contesto...

L' attrattiva storica dei canti macedoni è diventata luce musicale per sancire il 20 ° anniversario dei rapporti diplomatici tra l' Italia e la Macedonia

I due cantanti maschili, tenore (Blagoj Nacoski ) e controtenore (Luigi Schifano ), insieme alla sonorità eccezionale degli accompagnatori, hanno illuminato in modo meraviglioso quelle sette poesie di Nikola Madzirov, illustrando l' incantevole sogno musicale

Il diteggio e l' armonico insieme della bravura pianistica del maestro Angelo Inglese hanno dato originalità ai Sette canti di luce e polvere

Come già spiegato precedentemente in altro blog, il violino (Costantin Ciobanu), il clarinetto (Elena Bacchiarello), il meraviglioso violoncello (Giacomo Biagi), hanno coronato la splendida bellezza di tali canti, suonando in modo da sembrare una miscela orchestrale di tanti elementi (magìa meravigliosa ! )

Tra il pubblico presente ed acclamatore abbiamo notato la splendida soprano Sandra Pacetti, il musicofilo Mauro Bacigalupo ( appassionato di ogni genere musicale ), la dilettante fotografa Rosanna Morsiani e tante altre personalità 

Una serata indimenticabile !


Carlo Lamberti

CENTENARIO GIORZA 1914 - 2014 Milano - Seattle, opera ALBA BAROZZI












Villa Durazzo, Santa Margherita ligure : il capolavoro della serata Italo - Macedone (Puccini, Mascagni, Inglese ecc.) Carlo Lamberti

In quella fantastica serata a Villa Durazzo, in Santa Margherita ligure, Puccini è rivissuto magnificamente nella famosa aria di Magda della Rondine, grazia alla forza ed alla bellezza vocale della soprano Angela Iozzia

Mascagni, in quella perla del duetto delle ciliege dall' Amico Fritz, è stato ricordato nell' insieme della soprano più sopra citata con Blagoj Nacoski, tenore dotato di voce eccezionale

La giovanilità del Puccini trentenne è sfolgorata in Sole e Amore, dove la sonorità pianistica di Angelo Inglese ricordava, per certi versi, i meravigliosi accordi della Manon Lescaut

La vita sognata, gioiellino del maestro sopracitato, con lieve vena pucciniana in qualche timbro od eco di note, rivelava la sua modernità e bellezza 

Traiko Prokofiev, figurava magnificamente in un opera di elevata bellezza musicale, quasi estaticamente suggestiva e potente,nell' aria di Simka dall' opera Separazione

Lenka,  musica di Zivko Firfov, Lamento per Marika di Zografski e la strabiliante suite Macedonia chiudevano una serata tra le più belle in quella cornice magicamente incantevole di Villa Durazzo

Carlo Lamberti









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La luminosità moderna musicale di Angelo Inglese nello splendore della Liguria a Villa Durazzo (15 luglio 2014) (Carlo Lamberti)

Quando si dice splendore nello sfarzo non si smette mai di descrivere il sublime...

Ero seduto vicino ad una giovane e avvenente signorina (musicista ?) che mi aveva detto di essere amica della bravissima clarinettista Elena Bacchiarello

Non avendo una penna o matita per segnare appunti, quella giovane signorina mi prestò la sua matita e così potei scrivere qualche nota come promemoria da pubblicare

In quella sala così antica, rievocante i fasti ed il passato di Villa Durazzo, ebbi il piacere di ascoltare un insieme di musicisti e cantanti nella
 " Serata Italo - Macedone"  esecutori di eccezionale bravura (pochi, ma sembravano un' orchestra)

Il pianista e compositore Angelo Inglese è stato il mattatore sublime di quell' eccelsa serata dove, la musica ha quasi raggiunto le vette Paradisiache dell' Empireo celeste...

La bellezza della musica italiana con Puccini e Mascagni si è sposata magnificamente con le incantevoli melodie della Macedonia 

Il battimani quasi unanime e scrosciante ha sancito la storica eccezionalità di quella serata, dove, un insieme di eccezionali interpreti, quali anche la soprano Adriana Iozzia, dalla voce di una bellezza scultorea, hanno reso quella serata un capolavoro

Carlo Lamberti










martedì 10 giugno 2014

8 giugno 2014 : bellissima sera d' estate a Sestri Levante in Baia del Silenzio : BEETHOVEN, AUGIAS E MODUGNO (Io Carlo Lamberti, c'ero )

Si potrebbe banalmente ripetere quella frase che molti usano per i grandi avvenimenti ( io c'ero !), forse descrivere il Dott Augias come un bravo giornalista della televisione, ma saremmo stati ingiusti e riduttivi nei confronti  di questo bravissimo interprete sulle celebrazioni del grande Beethoven

Questa sera abbiamo avuto un grande giornalista interprete, rievocatore al massimo dell' anima beethoveniana, coadiuvato da un pianista eccezionale (Giuseppe Fausto Modugno) quale ottima controparte in questa meravigliosa serata

Questo pregevole pianista ha eseguito il primo tempo dalla sonata di Beethoven " Al chiaro di luna " in quella cornice meravigliosa che è la " Baia del Silenzio" a Setri  Levante

In quella baia così incantevole, unica al mondo, con quella musica di un   
compositore sempre attuale come il grande di Bonn, colui che, con mille difficoltà, come spiegava il dott. Corrado Augias, compose la prima sinfonia al mondo con voci soliste, oggi simbolo della grande Europa, ossia, la famosissima "Nona"

Eravamo in molti, nella serata sul mare a chiusura del Festival Andersen 2014 a Sestri levante (probabilmente un migliaio di persone) 

Tutti appassionati di musica ?

Carlo Lamberti





Qui sotto, altra foto, sempre di Rosanna Morsiani, rappresentante una parte dell' impianto acustico e una romantica navigazione di un matrimonio... quasi contemporanea alla simpatica esposizione del dott Augias su Beethoven






questa, in una mattina di novembre 2013

Le foto qui sopra sono state scattate da Rosanna Morsiani con telefonino Nokia



lunedì 9 giugno 2014

LEGGENDA DI SANTA ELISABETTA, LISZT e MARIA CRISTINA FIASCHI, poetessa in Piacenza ( scritto di Carlo Lamberti)

Leggendo ancora il libro di poesie di Maria Cristina Fiaschi, Cosa sanno le stelle, sono rimasto affascinato da un gioiellino poetico quale : Inaspettatamente un mattino

L' autrice, scrive che, durante la notte, la luna e le stelle hanno visto cadere le lacrime del suo dolore e, inaspettatamente , al mattino, quelle stille, si sono tramutate in splendidi fiori colorati


Questa delicata poesia sembra quasi rievocare il " Miracolo Delle rose " dall' opera - oratorio di Franz Liszt  " La leggenda di Santa Elisabettadove il cesto della Santa, colmo di pane da dare ai poveri, si trasforma in rose profumatissime




Carlo Lamberti


CENTENARIO GIORZA 1914 - 2014 Milano - Seattle, opera ALBA BAROZZI










Parte della partitura dell' oratorio con l' apparire delle rose e la meraviglia della Santa Elisabetta, qui sotto






Carlo Lamberti



File:Wartburg Saengerwettstreit.jpg

sabato 24 maggio 2014

Ezio Albrile : interprete profondo del medioevo ed eccelso analizzatore dal verbo elevatissimo

Conoscere Ezio Albrile, equivale ad entrare in un mondo senza tempo, dove il cammino della storia medioevale pare prendere una forma letterale della massima levatura

Leggere un suo articolo vuol dire scoprire le più alte espressioni testuali che un essere umano possa concepire, là dove il mistero ci porta in mondi infiniti dalle espressioni poliedriche...

Significa anche capire  e conoscere la severità e la signorilità storica dei simboli e dei significati religiosi e pagani, un insieme di arcane informazioni che lasciano nella nostra psiche un fascino indescrivibile

Da piccole sculture antiche, simboliche espressioni del passato in secoli bui, vuol dire conoscere un cosmo infinito difficilmente spiegabile se non con magiche rivelazioni di un' arte senza epoca, lontana e vicina allo stesso tempo

Con l' Albrile ci addentriamo in quelle culture artistiche che sanno di astrale e, allo stesso tempo, di gioiosa espressione immaginifica... insomma, un mondo di fantascienza corroborato da ricerche e riscoperte storiche magistrali

Carlo Lamberti

CENTENARIO GIORZA 1914 - 2014 Milano - Seattle, opera ALBA BAROZZI





La quadriformità di Dio
Il radicarsi del verbo cristiano trascinò con sé conseguenze cosmologiche, la croce, luogo del supplizio, fondò e ripartì l’ordine delle cose in una divina quaternità, una struttura quaternaria che il magister neoplatonico Giovanni Scoto Eriugena, il grande filosofo della cristianità medievale, captò forse da quel fantastico ed esoterico compendio di arti liberali che era il De nuptis Philologiae et Mercurii di  Marziano Capella il cui sincretismo recò al pensiero intellettuale del IX secolo le chiavi di accesso ai tesori perduti della tarda antichità; un testo epocale, troppo spesso liquidato come un centone di erudizione teurgico-neoplatonica, ma che al contrario rappresentò un prezioso mysticarum doctrinarum thesaurus impenetrabilis.
Motivo trainante del libro II di quest’opera al crocevia tra filosofia e magia, sono le ordalie cui deve sottoporsi Philologia prima dello hieros gamos con Mercurio. Tra queste c’è un misterioso rito simbolico che prevede una sorta di catarsi «erudita»: Philologia deve infatti vomitare una serie quasi infinita di libri e di volumi, stigma della liberazione dalla farragine delle scienze umane e dell’erudizione libresca. Al termine di questo singolare rito purificatorio, ella si sente talmente stremata e pallida per lo sfinimento, che non può far altro che invocare l’aiuto di Athanasia/Immortalità.
La gloriosa e splendida protettrice di tutti gli dèi e dell’universo, cioè Athanasia, prende dalla madre Apotheosi per recarla a Philologia, una globosam animatamque rotunditatem, un «oggetto rotondo, sferico e vivo», un uovo che contiene i quattro elementi della physis classica, così come enunciati nel Timeo platonico, cioè il Fuoco (exterius rutilabat, «rossastro all’esterno»), l’Aria (hac dehinc perlucida inanitate, «vuoto diafano»), l’Acqua (albidoque humore, «liquido bianchiccio»), la Terra (interiore tamen medio solidior apparebat, «appariva più consistente nel punto centrale»). Così in una stessa e unica proposizione Marziano Capella non solo trasferisce al mondo medievale la dottrina dei quattro elementi, ma si riallaccia ad una tradizione filosofico-esoterica le cui vestigia più significative si ritrovano, oltreché nelle glosse dei neoplatonici, negli scritti degli alchimisti greci e in testi orfici quali la Teogonia di Ieronimo ed Ellanico o le Rapsodie orfiche. l’Uovo non è solo un’immagine in miniatura del  kosmos bensì una animatam rotunditatem, cioè un mondo animato, vivente, una sorta di microcosmo in cui ogni singola parte corrisponde agli elementi del tutto. È l’«Uno in Tutto» sovente evocato nei papiri e nelle formule magiche: al centro troviamo la terra, mentre attorno stanno le acque celesti, che gli alchimisti greci identificano con l’Oceano cosmico, poi l’aria ed infine il fuoco celeste che avvolge il mondo in una sfera rubrescente, fiammeggiante (rutilabat).
Gli spazi del levante ligure conservano nella loro iridescente vastità infiniti tesori dell’arte romanica. Due di essi collimano con il nostro argomento: la chiesa di San Nicolò dell’Isola a Sestri Levante e quella di San Lorenzo a Portovenere.
In un panorana idillico, straniante, ma inurbato da mandrie di scolaresche e obese vacanziere teutoni, ammiriamo lo splendore di Portovenere e della chiesa di San Lorenzo, il santo graticolato. Consacrata nel 1130 da papa Innocenzo II, dell’impianto originario la chiesa conserva oggi solo frammentari elementi. Tra questi, il timpano del portale laterale sinistro è un enigmatico rilievo geometrico che ha come soggetto il quadrivium. Tre cerchi concentrici, suddivisi in quattro settori, sono attorniati da altri quattro cerchi più piccoli collocati ai punti cardinali. Una chiara indicazione della tetrapartizione del cosmo, che sulla base di precise corrispondenze cicliche si rifà al più antico simbolismo zodiacale, cioè al ricorrere del «Grande anno», il ciclo di dodicimila anni  in cui si dovrebbe compiere la cosiddetta «precessione degli equinozi». È possibile infatti suddividere il «Grande anno» in quattro parti di 3.000 anni ciascuna e trasformarlo in un immenso Zodiaco ciclico: sono le cosiddette triplicitates, la ripartizione dello Zodiaco in quattro gruppi di tre costellazioni ciascuna, rispettivamente associate ai quattro elementi di base della creazione. È la teoria delle Grandi Congiunzioni, introdotta probabilmente dagli astrologi sasanidi.
Più plastica è la figurazione proveniente da San Nicolò dell’Isola, una chiesetta romanica sopravvissuta alla barbarie barocca. Proteso fra due rade tanto incantevoli quanto propizie, il golfo del Tigullio e il golfo del Silenzio, il promontorio dell’Isola a Sestri Levante si dispone fra i «due mari», quasi un confine spirituale fra il mondo dell’anima e le carnalità maldestramente esibite sul bagnasciuga. La chiesetta ha subito diversi rimaneggiamenti a partire da quelli seguiti all’incursione veneziana e fiorentina del 1432. Forse in origine l’edificio era privo di portale in facciata. È possibile che un ingresso di tutto rilievo fosse quello a nord, sul fianco sinistro – il primo che s’incontra salendo dal borgo – dov’è stato reimpiegato nel timpano, un notevole frammento di pluteo risalente all’VIII secolo. In esso emerge l’idea di un Dio arcaico, tetramorfo. Si sa che il tetramorfismo è un tratto fondante del credo ebraico e poi cristiano. Un Dio ibrido di leone, toro, uomo e aquila, appare ad Ezechiele (Ez. 1, 14-15), qualcosa di simile vede anche l’evangelista Giovanni a Patmos; sono i quattro viventi di Apocalisse 4, 6-7, simboli degli Evangelisti. Entrambe le visioni sono l’esito di probabili esperienze enteogene entro le quali il divino è percepito in fattezze zoo-antropomorfiche, qualcosa di simile agli spiriti che guidano i viaggi estatici degli sciamani.
Ma è anche un modo per esprimere la femminiltà di Dio: così nei testi gnostici, la parte femminile del Dio inconoscibile è chiamata Barbelo, un nome legato all’ebraico barb‛ el «Dio in quattro»; un’altra ipotesi etimologica, pur partendo da un toponimo, giunge a conclusioni analoghe: essa presuppone che il nome Barbelo sia composto dalla preposizione semitica b + il nome di luogo (= Arbela), relativo alla dea Ištar e al culto tributatogli nella città di Arbela. Secondo alcuni infatti, il nome Arbela potrebbe derivare dall’accadico ’arba ’ilu, i «quattro dèi».
Nell’insegnamento di Mani, il fondatore della «religione della luce» la religione gnostica iranica, Dio possiede simultaneamente quattro volti. Una formula di abiura in greco (PG 1, 1401) descrive il Dio manicheo nelle fattezze del «quadriforme Padre della Grandezza» (ton tetraprosōpon patera tou megethous). Questa concezione dell’essere supremo come divinità quadriforme è intimamente legata all’idea iranica dell’infinità di Dio manifestata attraverso il Tempo (Zurwān), la Luce (rōšn), la Forza (zōr) e la Bontà (wehīh). Il Tempo Zurwān (< avestico Zrvan) è una delle figure concettuali e divine più rilevanti della religiosità iranica, frammenti di una sua mitologia affiorano sin dai testi più antichi, logica conseguenza dell’incontro tra zoroastrismo e cultura babilonese. Nell’idea zurvanita del «Grande Anno» si ritrova infatti il legame con il ciclo zodiacale stabilito nel tempo limitato di 12.000 anni (suddiviso in quattro periodi di 3.000 anni), le triplicitates di cui s’è parlato.
Affine è la cosmicizzazione dello spazio figurata in Brahmā, primo elemento con Visnu e Śiva, della triade suprema (Trimurti) secondo la religiosità induista. Brahmā manifesta i mondi (sanscrito loka) racchiusi nell’universo, contemplandoli con il suo ottuplice sguardo, orientato secondo i punti cardinali; li «irrradia» con i suoi quattro volti, assiso al centro su di un fiore di loto che è sia il tuorlo dell’Uovo cosmico, sial’ombelico di ciascun mondo. Ad una medesima area di influenza indo-iranica si ha la rappresentazione di Svantevit, divinità suprema degli Slavi, così come raccontato da Saxo Grammatico: la sua statua quadricefala  con la barba e le chiome rasate, era custodita nel tempio ligneo al centro di Arkona  sull’isola di Rügen ( Mecklenburg- Pomerania occidentale).
Non è difficile scorgere in queste rappresentazioni la parcellizzazione dello spazio astrale nei suoi elementi cardinali, secondo un modello tipicamente iranico. Nella più antica cosmografia zoroastriana, i Dodici Segni dello Zodiaco e le altre stelle e costellazioni sono schierati per contrastare l’attacco demonico dei Pianeti. Quattro astri custodiscono i quadranti della volta celeste agli ordini della Stella Polare (Bundahišn 5, 4), secondo questo schema:
Nord = Haftōring (Ursa Major)
Est = Tištar (a Canis majoris, Sirio)
Centro del cielo = Mēx ī Gāh (Polaris)
Sud = Sadwēs (α Piscis Austrini, Fomalhaut)
Ovest = Wanand (Vega)
Invisibili lacci legano le sette terre, i sette kišwar in cui è suddiviso il mondo, alle stelle dell’Orsa maggiore, a Nord (Bundahišn 2, 7), lì dove si trova il foro, il passaggio attraverso il quale Ahriman è penetrato nella creazione, contaminandola. Questo salto dimensionale si è compiuto agli albori del settimo millennio, il millennio in cui si è concretizzato l’abominevolegumēzišn, il «miscuglio» fra tenebra e luce. La funzione di Haftōring è quella di contrastare l’attacco ahrimanico, regolando il moto delle 12 stazioni zodiacali (Mēnōg ī xrad 49, 15-21) e trattenendo sulla soglia dell’inferno le 99.999 creazioni diaboliche con l’aiuto di un egual numero di Frawahrān (< avestico Fravaši), le angeliche custodi dell’umanità. L’azione è rivolta contro il pianeta Giove (= Ohrmazd; Bundahišn 5, 4); oppure contro il pianeta Marte (= Wahrām), come leggiamo nelŠkand-gumānīg Wizār (4, 32-33).
Nel timpano di San Nicolò a Sestri Levante, le croci cristiane sembrano effigiare motivi astrali, quali astri cristologici posti a difesa dell’ecumene stellare. La terra celeste è divisa in quattro regni, riflesso di una scomposizione avvenuta in un tempo anteriore. Iranismi noti al mondo medievale, se pensiamo ad esempio al Liber Aristotilis, un compendio astrologico composto da Ugo di Santalla nel XII secolo. Nel testo è raccolto un testo cosmologico in pahlavi (la lingua dei testi zoroastriani) tradotto in arabo da Māšā’Allāh (Bassora 740-815 ca.); esso non solo conserva il lessico iranico nei nomi di alcune stelle, ma ne precisa l’identità astronomica. La stella Sanduol di cui leggiamo nel libro III è la resa latina di un’imprecisa trascrizione araba del pahlavi Sadwēs, a sua volta derivato dall’avestico Satavaēsa- (< medo *Satavaisa-) cioè α Piscis Austrini = Fomalhaut, l’astro posto a tutela del quadrante Sud del cosmogramma zoroastriano.
Nella singolare figurazione di San Nicolò dell’Isola e di altre analoghe tratte dall’arte romanica rivive l’arcana guerra astrale fra Costellazioni (ahuriche) e Pianeti (ahrimanici). A Nord, presso Haftōring (Ursa Major), si trova l’Inferno, l’orifizio attraverso cui le armate di Ahriman sono dilagate nel nostro mondo. Si tratta di un immagine efficace per spiegare le origini del male e localizzare le soglie degli inferi.
Una metafora perfezionata nel cristianesimo secondo i parametri dell’immortalità astrale: lo Zodiaco è la via percorsa dalle Anime e i quattro angeli del mondo (Michele, Rafaele, Gabriele, Uriele) ne vegliano la traslazione in Dio. L’anima, soffio impalpabile, si muove nel cosmo sospinta dai venti: il vento delle anime serrate nell’avvicendarsi delle morti e delle nascite, e il vento della salvezza. La tetramorfia angelica esprime in ambito cristiano una medesima cosmicizzazione dello spazio: la terra astrale è nelle concezioni iraniche una delle tappe nel conseguimento del Paradiso luminoso. Presso l’Orsa Maggiore sta l’inganno infero e le Costellazioni proteggono le quattro regioni dal tracimare di tale nefanda forza. Si riproducono quindi nella volta celeste i territori frequentati dall’anima nell’aldilà. Nei manufatti romanici di San Nicolò e di San Lorenzo rivivono quindi queste fascinazioni levantine, oggi smarrite in un territorio tracimante bellezze d’arte e un popolo satollo di tette e culi. Un dilemma tutto italiano che oggi sembra felicemente risolto da una politica culturale fatta di suadenti parole e celebrazioni del nulla.