Lasciando un momento le pendici del Vesuvio e le auliche canzoni dell’epoca fascista, vado a presentare una canzone con la copertina disegnata da un bravo ed apprezzato illustratore:
CALAMIDA
Umberto Calamida, genovese (1896 – 1964)
È stato un grande ritrattista, cartellonista, disegnatore, affermatosi nella grafica, in modo prepotente e, lasciando dietro di sé, un insieme di opere meritevoli della più grande attenzione
Presento qui la canzonePRENDIMI, datata 1930 con i versi di GUALTIERO MERLOTTI e la musica diGOFFREDO MARI, spartito nella versione perMANDOLINOoCANTO
In questo “negozio” (esposizione o vetrina), andrò illustrando gli spartiti della mia piccola collezione di canzoni e musica varia, dal sapore più “leggero”
La canzone, espressione veloce e sentimentale di un brano musicale, basantesi su un’aria o su una melodia più o meno lunga, quale espressione momentanea, quasi esteso telegramma musicale, ha una antica origine nel mondo della musica.
Alcune di esse, rappresentano una storia particolare, legata ad un momento particolare, o ad un fattore prettamente sentimentale, o commerciale e così via…
Non sarà un’ elencazione ordinata, ma solamente una vetrina, esposizione estemporanea di spartiti più o meno particolari, legati a determinati momenti dell’ esistenza umana…
Qui sotto, ho inserito le due copertine per due differenti ed antiche, rare versioni di una delle più belle e conosciute melodìe del primo ottocento francese, la famosa PLAISIR D’AMOUR, del franceseMARTIN JOHANN PAUL AEGIDIUS, detto MARTINI IL TEDESCO
(Freistadt, Palatinato, 1741 – Parigi 1816)
Questa canzone piacque così tanto che lo stesso BERLIOZ ne fece una versione orchestrata
La prima èun’antica versione francese e la seconda, una delle prime italiane, in versione bilingue(italiana e francese)
La musica è un'arte senza limiti, dove il sogno, la realtà e la fantasia sono un caleidoscopio di suggestioni e concretezza, quasi un tonico per allungare la nostra esistenza fino ai limiti del possibile
Così siamo trascinati in una fantasmagorica danza senza interruzione, frenesia umana, turbine capaci di esaltare i nostri gioiosi piaceri
l'Ungheria, isola particolare, con un linguaggio tipicamente proprio, differente da tutti i popoli che le sono vicini, rivela le sue tradizioni musicali nell'anima della puszta Quella zona magiara, dove per secoli, cavalli con criniere al vento, vivono ed hanno prolificato in assoluta libertà, donandoci quella magica suggestione di nomadismo perenne, di libertà scelta personalmente, di indipendenza assoluta...
Anche la musica, sviluppatasi in un insieme pirotecnico di danze e passioni, tra schiocchi di frusta e galoppate al vento, ci riporta in quel mondo di fiaba a modo di una saga nordica senza termine, infinita...
Questo spartito di danze, tipicamente ungherese, già in copertina ci dona la bellezza zingaresca di una musica che viene dal cuore, senza lettura di note, ma sul tramandarsi delle tradizioni di uno dei più affascinanti folklori del mondo...
Liszt, Bartok, kodaly ed il rumeno Enesco hanno tradotto in note, al pari di Nagy Zoltan questo mondo così lontano ed allo stesso tempo vicino della bellezza pusztiana...
collezione spartiti Carlo Lamberti, 8 gennaio 2011
Questo non comune spartito del tardo ottocento, reso ancor più raro dall ' invio autografo degli editori, accomuna il connubio risorgimentale, arricchito dai colori bianco, rosso e verde delle bandiere degli stati sovrani di Italia ed Ungheria...